Cosa Vedere in Puglia

Si tratta della regione più dinamica ed attiva del Sud. Si trova nella parte terminale orientale della penisola, confinante a nord-ovest con il Molise, a ovest con la Campania e la Basilicata. Il Mare Adriatico lambisce le sue coste orientali e settentrionali, mentre lo Ionio bagna il litorale meridionale. Gli abitanti della Puglia sono 4.079.251 suddivisi nelle province di Bari (capoluogo di regione), Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Barletta-Andria-Trani; quest’ultima provincia è di recente istituzione e non è ancora del tutto attiva.

Geografia

La conformazione della regione pugliese presenta un’esigua percentuale di territorio montuoso, solo l’1,5%, dato che le conferisce il primato di regione meno montuosa d’Italia. I rilievi più significativi sono il Monte Cornacchia (1152 m), che si trova nel subappenino Dauno, e il Monte Calvo (1055m), nel Gargano. Le pianure sono invece molto presenti in Puglia (53,3% del territorio), con l’incombente presenza del Tavoliere delle Puglie, che si estende dalla Capitanata, fino alla fascia costiera della Terra di Bari e alla Pianura del Salento. Si osservi infine il dato relativo alle colline (45,3%): esse si dividono tra il territorio delle Murge e quello delle serre salentine. L’idrografia del territorio è piuttosto scarsa; troviamo infatti fiumi poco abbondanti. Nessuno di essi è navigabile, ad eccezione del tratto finale del fiume Ofanto. I laghi di maggiore importanza sono quello di Lesina, di Varano e i laghi Alimini, tutti in prossimità della costa. Ricordiamo, a tal proposito, che la Puglia è la regione italiana con la più lunga estensione di territorio costiero, bagnato dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Essa presenta anche un altro primato: è infatti la regione più orientale d’Italia. Punta Palascìa, vicino Otranto, è l’estremità orientale della regione e dista solo 80 Km dall’Albania.

Fiumi, laghi e isole

A nord est della costa del Gargano, piuttosto al largo, si trovano le isole Tremiti, un importante arcipelago, ma possiamo trovare anche delle isole minori come le isole Cheradi, vicino alla città di Taranto, e l’isola di Sant’Andrea, davanti alle coste di Gallipoli. E’ importante ricordare che anche il piccolo arcipelago di Pelagosa, posto a nord-est delle Tremiti, appartiene geograficamente al territorio pugliese, pur essendo amministrativamente dello stato Croato. Passando ad analizzare l’idrografia pugliese, possiamo in generale notare la povertà di corsi d’acqua superficiali, dovuta sia alla natura carsica del territorio, che alle limitate precipitazioni. I fiumi della Puglia sono per lo più brevi torrenti (alcuni esempi possono essere il Candelaro, il Cervaro, il Carapelle), ad eccezione dei fiumi Ofanto e Fortore, che però scorrono in questa regione solo per una parte del loro corso.
La scarsità dell’acqua nella regione ha spinto il Consorzio per la Bonifica della Capitanata di Foggia a costruire una diga sul fiume Fortore, nei pressi del confine con il Molise, che ha dato vita al lago artificiale di Occhito. Altri laghi della regione sono i laghi Alimini, lungo la costa in prossimità di Otranto, e quelli di Lesina e di Varano, nella parte settentrionale della costa del Gargano.

Le coste

In Puglia sono presenti lunghi tratti costieri, che arrivano ad un totale di 834 Km. Tale dato comprende anche il perimetro delle isole Tremiti. La balneabilità di tali spiagge si aggira, secondo dati del 2007, al 92,6%, dato corrispondente a circa 693 Km di costa. E’ evidente che la costa pugliese sia piuttosto varia e che alterni tratti sabbiosi ad aspre porzioni rocciose. L’intera parte delle coste ioniche, dal basso Salento fino ai confini con la Basilicata, presenta spiagge bianche circondate da ampie pinete, soprattutto nella zona a nord del golfo di Taranto. I lidi sabbiosi sono prevalenti anche a sud di Monopoli, fino alla città di Otranto, e nel litorale adriatico, anche se per questa zona è opportuno precisare che non è raro imbattersi in tratti di roccia. Una significativa alternanza è presente inoltre in Terra di Bari, anche se gli scogli sono di relativa entità, ad eccezione di Polignano a Mare, dove si impone uno sperone a strapiombo. Prevalentemente rocciose sono invece le coste del Gargano, con piccole insenature di lidi, mentre il litorale a sud di Manfredonia, fino a Barletta, è per lo più basso e sabbioso.

Clima

La caratteristica della regione è quella di possedere il tipico clima mediterraneo. Analizzando le temperature, possiamo notare che nelle zone costiere le estati si presentano calde e gli inverni piuttosto miti, mentre nel Subappennino Dauno, nel Gargano, e nell’Alta Murgia le estati sono più fresche e gli inverni maggiormente rigidi. Consultando le 10 stazioni meteorologiche della Puglia, notiamo come le medie temperature in gennaio si aggirino tra i 1,3° C di Monte Sant’Angelo e i 7,5° C di Santa Maria di Leuca, mentre le medie estive siano comprese tra i 24° C di Monte Sant’Angelo e i 30, 6° C di Foggia Amendola.
Passando ad indagare le precipitazioni, è importante ricordare come esse, in prevalenza piovose, siano piuttosto scarse e concentrate per lo più nelle stagioni tardo autunnali ed invernali. Nelle zone più interne tuttavia in inverno possono verificarsi precipitazioni a carattere nevoso. I valori medi della piovosità in Puglia si aggirano tra i 450 e i 650 mm annui, con particolare intensità in alcune zone, come il Subappennino Dauno e il versante adriatico del Salento.

Flora e fauna

Quali sono gli animali che compongono la fauna pugliese? Ai nostri giorni le specie più diffuse sono quelle del tasso, della volpe, dell’istrice, della talpa, della donnola e dello scoiattolo. Analizzando le varie zone è possibile notare che nelle aeree pianeggianti, come il Tavoliere delle Puglie, siano molto diffusi gli ovipari, come l’allodola, la calandra e la gallina prataiola. Le colline pugliesi, in particolare quelle delle Murge, sono invece popolate da animali quali i tordi, mentre nelle coste da segnalare è la presenza di marangoni. La testuggine terrestre, la lucertola, il geco e la vipera sono i rettili più comuni in Puglia, mentre per gli anfibi spiccano il tritone italiano e l’ululone. Si ricordi che le terre della Puglia ospitavano, fino ad alcuni secoli fa, anche grandi mammiferi, come il lupo, il cinghiale e il capriolo.
Per quello che riguarda la flora, protagonista assoluta di tale regione è la macchia mediterranea, presente soprattutto lungo le coste, con alberi ed arbusti resistenti al caldo e alla siccità.

Di rilevante importanza è anche l’olivo, diffuso in tutta la regione. Analizzando le varie zone spiccano nelle aree interne e nelle colline, ampi boschi, alternati a pascoli rocciosi. Essi, in primavera, presentano asfodeli in gran quantità, mentre in estate spiccano per importanza il mirto e la salvia. Per quel che riguarda le zone alte, gli alberi più comuni sono le querce, i faggi, gli aceri, la roverella e la carpinella. Le coste pugliesi infine presentano delle splendide ed estese pinete, in particolare nella zona del Gargano e nel golfo di Taranto, e delle leccete in prossimità della costa salentina. In tutta la Puglia le varietà floreali maggiormente presenti sono quelle del lentisco, della ginestra, della quercia spinosa, del ginepro e del fenicio, tutti fiori per lo più spontanei.

Tradizioni musicali
La musica e il folklore pugliese vivono principalmente di due danze popolari, la tarantella e la pizzica.
Tarantella: si tratta di una danza popolare del Meridione, denominata anche còrea. Il centro propulsore maggiormente attivo è Carpino, un piccolo centro del Gargano, che contribuisce a mantenere vivo questo genere di musica. Le origini vanno ricercate probabilmente nella cultura araba e slava; la musica infatti corre sul quarto di tono e viene di frequente accompagnata da voce, chitarra battente, chitarra francese, castagnole o tamburo. Il tempo è quasi sempre veloce, in metro di 6/8 e in modo minore, anche se esistono delle tipologie diversificate. Troviamo ad esempio, a volte, dei fraseggi melodici e ritmici in 4/4 (una sestina ogni movimento, su bpm da 60 a 90), così come è possibile ascoltare fraseggi completi in 4 e 16 movimenti, in alcuni varianti peloritane ed agrigentine.
Pizzica: si tratta di un ballo tradizionale, su una musica popolare e battente, da ballare in coppia.

I ballerini possono essere anche appartenenti allo stesso sesso: è più frequente, ai nostri tempi, che siano due donne a ballare insieme la pizzica, ma in passato non era raro imbattersi in due uomini, uno dei quali riproponeva con ironia le movenze riservate, tipiche della donna. Un importante centro, per il ballo della pizzica, è Ostuni, luogo in cui è fortemente sentita questa tradizione. L’impatto scenico della pizzica è molto forte. Le origini di questa danza ci riconducono alla musica che accompagnava i riti di guarigione delle “tarantate”, ovvero di quelle donne si supponeva essere state morse da una tarantola, e i movimenti particolarmente concitati richiamano anche ad una manifestazione di isteria; tale strada interpretativa è stata percorsa dall’antropologo Ernesto de Martino che, nel libro La terra del rimorso, approfondisce il fenomeno da un punto di vista sociale e storico.

Enogastronomia

La regione della Puglia è conosciuta per la sua buona e varia cucina. Alcuni dei piatti più famosi si riallacciano alla cucina mediterranea, proponendo i “Cavatelli con le cozze”, il “Risotto ai frutti di mare”, il “Polpo alla griglia” e il “Riso, patate e cozze”, tipico della città di Bari. Non mancano poi le specificità regionali, tra cui spiccano le orecchiette, servite sia con le cime di rapa che con il tipico ragù di carne, e la cicoria con la purea di fave. Da ricordare poi alcuni piatti salentini come i “pezzetti di cavallo al sugo”, i “ciceri e tria” ed i celebri “municeddhi”, che sono degli involtini con le interiora di agnello.

Le peculiarità della cucina pugliese sono fondamentalmente due: la prima è quella di una specifica attenzione per le materie prime, per i sapori di base dei prodotti, mentre la seconda riguarda l’alternanza significativa di piatti a seconda delle differenti stagioni. Per quanto concerne la prima caratteristica, essa rende la cucina della Puglia particolarmente attenta ai prodotti della terra, prime tra tutte le verdure di stagione: cime di rapa, cavolo verde, cardo, peperoni, melanzane, carciofi, fagioli, cicerchie, lenticchie, fave, cipolle rosse di Acquaviva delle Fonti vengono serviti in numerosi piatti. Analizzando la seconda caratteristica è invece possibile notare come l’estate e la primavera propongano principalmente verdure e piatti di pesce, mentre le stagioni più fredde prediligano legumi e pasta fatta in casa con sughi di vario genere.

Se ci spostiamo lungo tutta la regione, non sarà difficile gustare piatti tipici delle varie località che cambiano ad esempio se ci troviamo nella provincia di Foggia, più collinosa, in quella di Lecce, maggiormente terragna, o nelle zone costiere di Taranto, Bari e Brindisi. Ciò che unifica l’intera cucina pugliese è certamente un’incombente presenza di pesce, soprattutto del Mare Adriatico. Questo tipo di pesce infatti, a causa della particolare pastura che si trova lungo le coste e a causa delle polle di acqua dolce che vengono scaricate in mare, si distingue dall’altro pescato, in quanto attutisce il salmastro senza alterarne minimamente il profumo.

Luoghi di interesse naturalistico

Il Gargano
Si tratta di un imponente promontorio, appartenente alla provincia di Foggia, che presenta un territorio di 2000 Km² e si protende per 70 Km nel mare Adriatico. Il Gargano è circondato da tutti i lati da questo mare, ad eccezione della parte occidentale, saldata al Tavoliere delle Puglie. La vita e la maggior parte della popolazione si concentrano nelle zone costiere, ben collegate da una strada panoramica che tocca tutte le città di rilievo e che segue l’intero perimetro della zona. Si possono trovare città come San Nicandro Garganico, Carpino, Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Mattinata e Manfredonia. Questa concentrazione di popolazione nelle città costiere è dovuta a fattori fisici e territoriali, ma anche economici. L’interno del Gargano è infatti una zona con fitta vegetazione, difficilmente abitabile – analogamente alla Foresta Umbra – mentre le città costiere sono attive e fiorenti, grazie alle attività agricole, peschereccia e grazie allo sviluppo del turismo, cresciuto negli ultimi anni. Di rilevante importanza è il Parco Nazionale del Gargano, con molte specie di piante ed animali che popolano il cosiddetto “sperone d’Italia”.

Le isole Tremiti
Si tratta di un piccolo arcipelago che si trova a 12 miglia a nord del promontorio del Gargano e a 24 miglia ad est delle coste del Molise. Pur essendo il più piccolo comune della Puglia e uno dei meno abitati (secondo solo a Celle di San Vito), è il fulcro del turismo pugliese. Le Tremiti sono infatti delle isole bellissime con acque balneabili splendide. Sono state infatti insignite più volte della “Bandiera Blu”, il famoso riconoscimento della Foundation for Environmental Education.

Il Subappennino Dauno
Questa area comprende gli unici rilievi montuosi della regione e costituisce il prolungamento dell’Appennino Campano. La zona è denominata anche “Monti Dauni” o “Monti della Daunia” e segna la linea di confine con il Molise e la Campania, occupando la porzione occidentale della Capitanata. Il Subappennino Dauno è una meta turistica molto interessante: oltre alle suggestive montagne, infatti, si possono visitare dei piccoli paesini arroccati sulla roccia, da cui godere di splendidi panorami poco contaminati.

Il Salento
La zona salentina è molto ricca per quel che riguarda l’agricoltura e il turismo. Si possono infatti scorgere delle bellissime spiagge ampie e sabbiose, che si affacciano sul Mar Ionio e sul Mar Adriatico, come quella di Pulsano, Lizzano, Campomarino, Porto Cesareo di Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto ed Ostuni. Non mancano scogliere a picco sul mare e spiagge rocciose di rara bellezza come Castro, Santa Cesarea Terme e Porto Badisco. Le acque salentine sono di una trasparenza e di una bellezza unica, e danno vita a dei giochi cromatici di grande effetto. Per quello che concerne l’agricoltura, è importante sottolineare come l’intero agro salentino sia coltivato ed organizzato in proprietà terriere divise dai tipici muretti a secco. Gli alberi più diffusi sono gli ulivi, spesso secolari, con tronchi contorti e piuttosto grandi. I paesini sono generalmente di modeste dimensioni e presentano delle tipiche costruzioni bianche ed orientaleggianti.
Un altro elemento tipico della zona salentina sono le costruzioni a secco, con pietra, simili ai nuraghi sardi, impiegate dai contadini per riporre attrezzi da lavoro o per altre funzioni; esse vengono denominate “furniedde” o “pajare”. Molto diffuse sono anche le masserie fortificate che risalgono al XVI, XVII, XVIII secolo.

Le Grotte di Castellana
Si tratta di un insieme di cavità, presenti nella località di Castellana Grotte, a sud di Bari. Queste grotte sono di origine carsica e sono estremamente importanti dal punto di vista turistico e speleologico. La prima che si scorge è una cavità profonda 60 metri, denominata “Grave”, che permette di raggiungere poi altre grotte, dislocate lungo 3km di percorso. Tra esse spiccano la “grotta bianca” e la “caverna del duomo di Milano”, chiamata in questo modo a causa della particolare forma delle stalagmiti, simili ai pinnacoli.

Monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’unesco

I trulli di Alberobello
La località di Alberobello è conosciuta e nota per i trulli: si tratta di costruzioni a forma di cono “a secco”, presenti in tutta la Valle d’Itria, con origini protostoriche. Attualmente non ne esistono di particolarmente antichi, a causa del fatto che essi non venivano riparati in caso di dissesto, ma, per la loro particolare conformazione, direttamente abbattuti e ricostruiti al completo. Le zone in cui sono presenti queste costruzioni sono comunque di grande rilievo storico archeologico, in quanto è stato possibile ritrovare numerosi reperti di epoca preistorica o fondazioni di capanne in pietra che risalgono all’età del bronzo.

Ma qual’è l’origine dei trulli? Che funzione svolgevano? In antichità essi costituivano il giaciglio e il riparo per il cozzaro, ovvero per colui che coltivava la terra per il suo padrone. Si trattava dunque di una costruzione contadina che presentava delle travi, anche oggi presenti, che venivano utilizzate per appendere vivande, arnesi ed altri utensili, e che ospitava anche bambini che dormivano in alcune nicchie scavate nel muro, separate dall’intero ambiente solo tramite delle tende. Il pavimento era solitamente in terra battuta e nel trullo convivevano, senza alcun problema, persone ed animali domestici.

Ai trulli sono legate alcune leggende ed ipotesi non accertate: una di queste sostiene che la loro funzione primaria fosse quella di agevolare l’evasione del pagamento delle tasse. Si pensa che, in occasione di controlli, si provvedesse allo scoperchiamento della costruzione e che si comunicasse tramite segnali di fumo, simboleggianti il pericolo. Addirittura alcuni sostengono che, quando giungeva il padrone per reclamare dei pagamenti, era sufficiente per i cozzari spostare una sola pietra per far crollare l’intero trullo, rendendolo così un cumulo di semplici pietre. Scampato il pericolo, si provvedeva alla ricostruzione.

Castel del Monte
Castel del Monte è un castello antico che si trova in provincia di BT e presenta una particolare struttura architettonica, basata sulla forma ottagonale. Così’ infatti si presenta la pianta (ogni lato misura 16,30m) e della medesima forma sono le torrette che si stagliano sugli angoli della costruzione (i lati delle torrette misurano invece 3,10m ciascuna, con diametro di 7,80m ed altezza di 24m, poco superiore a quella del castello). La costruzione possiede un diametro complessivo di 56m. Lo spazio interno, organizzato anch’esso in un ottagono (i lati sono di 8,65m ciascuno) presenta due piani rialzati rispetto al piazzale: il più vicino è a soli 3m, mentre l’altro a 9,5m. Questo differente livello di altezza è segnalato anche all’esterno, con una cornice marcapiano. Le stanze che costituiscono ogni piano sono 8, con una forma trapezoidale.

Sono infatti state suddivise tramite le linee di congiunzione che partono dagli spigoli dell’ottagono interno ed arrivano a quelli dell’ottagono esterno. Ma qual’è la storia di questa costruzione? Il primo elemento da precisare è la collocazione storica: si tratta di un castello nato ufficialmente il 29 gennaio 1240, giorno in cui Federico II di Svevia predispone ed organizza i lavori e i materiali per una costruzione (si pensa su rovine longobarde e normanne) nei pressi della chiesa di Sancta Maria de Monte (oggi non più presente). Occorre però precisare che alcuni storici sposano la tesi che la costruzione del castello, in questa data, fosse già arrivata alle coperture. Quello che sembra molto probabile è che Federico II, morto nel 1250, non riuscì a godere dell’opera conclusa. Non abbiamo alcuna certezza neanche per il nome dell’architetto: le principali ipotesi alternano al nome dello stesso Federico II quello di Riccardo da Lentini.