Cosa Vedere nelle Marche

Le Marche, regione dell’Italia centrale con Ancona come capoluogo, presenta un litorale caratterizzato da spiagge sabbiose. Ma la regione ospita anche il Monte Conero, il punto più alto del versante marittimo. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche e come scegliere i migliori viaggi turistici nella regione Marche in base a criteri di qualità, prezzo, offerte e corretta informazione per il consumatore.

Cenni storici

Le Marche conobbero, come prime popolazioni, i Piceni e i Galli Senoni. E’ intorno al III secolo che una nuova ondata di stranieri giunsero sulle coste marchigiane. Parlaimo dei Romani, abili conquistatori e fautori della nascita di una serie di piccole e medie colonie. Il successo arrivò bek presto con la seconda guerra punica. Questa occasione, infatti, portò il popolo romano a vincere sui Cartaginesi. La regione delle Marche fu presto sottoposta a smembramento a causa dell’arrivo delle popolazioni barbare. Al Sud, i Longobardi divennero i padroni incontrastati. Al nord, invece, la regione venne inglobata nell’Impero orientale L’influenza e l’importanza della Chiesa sopravvisse attraverso gli imperatori germanici.

Con la nascita di modeste signorie, però, intorno al XIV sec., la regione si frazionò in una serie di piccoli stati. A capo di questi, ricordiamo i Malatesta, i Montefeltro e i Della Rovere. Ben presto, la Chiesa non volle però tollerare più questo disordine presente nel territorio. Sua mossa risolutrice fu quella di incaricare un cardinale allo scopo di portare nuovamente ai vertici, quelli più alti, l’autorità ecclesiastica.

Cesare Borgia, erede di Papa Alessandro VI, fu uno dei personaggi che fecero la storia delle Marche. L’uomo, infatti, tentò personalmente di salire al potere. Sua idea era quella di creare in Italia una vera e propria signoria. Ma questa sua azione non ebbe il successo sperato.

Morto il Papa, la Chiesa fu abile a ritornare ai primi posti del potere. Giungiamo all’anno 1797: la Francia trionfa. Prima vittoria fu la conquista della regione Marche, e poi l’interesse verso Ancona. Ancora una volta, la Chiesa riuscì a tornare protagonista dei vari movimenti politici. Napoleone avvicinò sempre più la regione marchigiana al Regno d’Italia. Poi il potere tornò nuovamente nelle mani dello stato pontificio e la situazione rimase inalterata fino al 1860, anno ufficiale dell’annessione della regione al Regno d’Italia.

Ancona, il capoluogo
Ancona, con oltre 100.000 abitanti, è il capoluogo delle Marche. La città, a picco sul mare, è caratterizzata da un centro urbano ricco di storia e di monumenti. Il porto di Ancona, ogni anno, vede circa un milione di viaggiatori diretti in Grecia, Croazia, Albania e Turchia. Il porto è il primo del Mare Adriatico ed è ai primi posti anche tra quelli italiani grazie all’attività della pesca. Ancona dispone infatti di un notevole mercato ittico e ospita, dal lontano 1937, la Fiera Internazionale della Pesca.

Dall’estate 2005, la città ha aperto ancora di più le sue acque: molte crociere fanno scalo proprio qui. Il turismo è quindi uno dei punti forti della città e dell’intera regione e vede infatti molto sviluppato il settore alberghiero. Ancona è famosa per le sue numerose spiagge che ogni estate attraggono turisti di tutta Italia. La spiaggia più rinomata è quella del Passetto, caratterizzata da una costa alta e da scogli, tra i quali la Seggiola del Papa e lo scoglio del Quadrato.

Ad Ancona sono quattro le piazze più importanti: Piazza del Plebiscito, immersa nei rioni antichi; Piazza della Repubblica, punto d’incontro tra il centro e il porto; Piazza Roma, adiacente la zona dei mercati sia all’aperto che al coperto; Piazza Cavour, la più vasta, centro dei rioni dell’800. La sommità del colle Guasco, uno dei simboli della città di Ancona, accoglie il Duomo, punto di riferimento visivo.

Il Duomo, infatti, è visibile non solo dal porto e dal centro cittadino, ma anche da tutte le colline intorno alla periferia. Ancona si adagia soprattutto su colline. Per questo motivo, è frequente imbattersi in salite, scalinate e punti panoramici. Tra questi ultimi, ricordiamo il piazzale del Duomo, Piazza del Gesù, la scalinata del Passetto, il belvedere di Capodimonte, la lanterna rossa del porto e il faro vecchio.

Città da visitare

Le Marche sono una regione ricca di cultura, arte, storia, folklore. Molte sono le città marchigiane che rivestono un ruolo importante sotto ognuno di questi punti di vista. Vediamone tre in particolare:

Ascoli Piceno, capoluogo della provincia, si staglia sul panoramico colle San Marco, ricco di vegetazione. La città brilla per il suo Carnevale, un appuntamento fortemente sentito dai suoi abitanti. Stesso discorso vale per la Quintana, il torneo cavalleresco che si svolge la prima domenica d’agosto in onore di S. Emidio, patrono della città. Il torneo è preceduto da un corteo storico che attraversa le antiche vie e piazze di Ascoli; più di mille figuranti in costumi quattrocenteschi fanno della manifestazione un appuntamento imperdibile.
Offida, regno del Rosso Piceno Superiore, è uno dei centri storici più interessanti della zona. Anche qui si festeggia con il singolare carnevale offidano che prevede una particolare manifestazione chiamata ‘Lu bov fint’ , la caccia a un bue finto. L’ultimo giorno del carnevale, all’imbrunire, la festa chiude i battenti con la processione dei ‘Velurd’, fasci di canne e paglia incendiati e portati per le vie del centro storico prima di consumarsi in un grande falò. Affida, dedita alla produzione dei vini, è famosa anche per la prestigiosa mostra mercato del vino dei Colli Piceni che si svolge ogni anno.
Gradara, dalle antiche origini, ha il suo centro cittadino abbracciato dalle mura che permettono di godere di un’atmosfera e di un panorama suggestivi. I Malatesta si insediarono a Gradara attorno al 1260. Furono proprio loro a costruirono la Rocca, ancor oggi visitabile. La fama di Gradara è però legata soprattutto al poema dantesco e al «galeotto fu il libro e chi lo scrisse», esordio della travolgente storia d’amore dei due amanti Paolo e Francesca. Caratteristiche della zona sono le meravigliose ceramiche e le pregiate tele stampate, souvenir da acquistare, conservare o regalare.

Le Terme

Le coste marchigiane sono il luogo ideale per chi cerca relax. L’acqua è un elemento particolarmente presente nella regione. Marecchia, Foglia, Conca, Metauro, Esino e poi Musone, Potenza, Chienti, Tronto, sono i principali fiumi che creano cascate e rapide. Vi è poi l’ ‘acqua fangosa e ricca di sostanze minerali, protagonista del sottosuolo. Nelle Marche, infatti, vi sono numerose strutture ricettive che accolgono turisti da tutto il mondo interessati al termalismo del benessere o fitness.

Grazie alle proprietà benefiche e curative, le sorgenti minerali presenti nella regione marchigiana vengono utilizzate per diversi scopi come le cure nei centri termali, l’imbottigliamento e sono inoltre indicate per curare disturbi digestivi, otorinolaringoiatrici,respiratori, ginecologici, vascolari, renali. Con il tempo, i centri termali sono stati affiancati da strutture più moderni, grandi strutture con solarium, palestre, idromassaggi, piscine idrotermali, centri specializzati in dietologia.

Tra le terme più famose della costa, conosciamo le Terme di Montegrimano, le Terme di Carignano, le Terme di Palma e le Terme di Santa Lucia. Le Terme di Montegrimano, dalle più antiche, si trovano in Provincia di Pesaro e Urbino, vicino alla Repubblica di San Marino. Il paesaggio offre la vista della torre quattrocentesca fatta costruire dai Montefeltro nel secolo XIV e che si trova al centro della cittadina. Le sorgenti minerali di Montegrimano, come hanno dimostrato alcuni reperti, erano note già ai Romani.

Ma solo dal 1900 in poi, anno in cui venne inaugurata la vera e propria prima “stagione idroterapica” di Montegrimano, le acque iniziarono ad essere studiate al fine di dimostrare precisamente tutte le loro qualità salutistiche.

Le acque di Montegrimano si suddividono così
Acqua Alcalina: dall’azione diuretica e lassativa, viene utilizzata soprattutto per cure idropiniche, inalatorie e irrigazioni.
Acqua Salsobromoiodica: viene impiegata negli stati infiammatori cronici e recidivi come reumatismi e traumi articolari.
Acqua Sulfurea: viene preferita per cure inalatorie nelle affezioni respiratorie come riniti e faringiti.

Artigianato

L’artigianato tipico della regione marchigiana vive nelle varie attività di antica tradizione. Due, in particolare, sono le produzioni artigiane che meritano particolare attenzione. Parliamo dell’attività delle merlettaie e di quella dei ramai. La lavorazione del merletto a tombolo è praticata ad Offida, ad Appignano del Tronto e a Castignano. Il tessuto a tombolo si realizza esclusivamente con refe di canapa o di lino o di cotone e con fili di oro e di argento. Peculiarità della lavorazione è la presenza di sole donne.

La “città dei ramai” è Force, località sui monti Sibillini. La lavorazione del rame ha finito per propagarsi anche ad altri centri vicini come Comunanza e Ascoli. Tra gli oggetti legati alla lavorazione del rame vi è la “conca”, recipiente per conservare l’acqua potabile, che le donne portavano in equilibrio sul capo. L’artigianato, nella città di Ascoli, avviene soprattutto in via Pretoriana. L’artigianato più diffuso è quello della maiolica che ha un’ origine antichissima. Fermo, recentemente tornato capoluogo di provincia, è conosciuta anche come la città dei “fornaciari” e dei “vasari. Oggi, di quei professionisti, sono rimasti solo i fabbri ferrai, coloro che lavorano a cancelli, letti, alari.

A Sant’Elpidio a Mare vi è poi il Museo della calzatura. Qui è possibile ammirare l’evoluzione e conoscere la storia della calzatura marchigiana. La paglia e l’arte di intrecciarla, hanno reso famose Montappone, Falerone, Monte Vidon Corrado e Massa Fermana. I prodotti qui confezionati, soprattutto cappelli di paglia, sono i più richiesti in tutta Italia e all’estero. Proprio Montappone ospita il Museo del Cappello che ripropone le varie fasi della lavorazione della paglia fino alla nascita del vero e proprio copricapo.

Montottone, conosciuto come “lu paese de li coccià”, è famoso per un mestiere in particolare, e cioè quello della lavorazione della terracotta.. Fino alla metà del secolo scorso, qui vi erano numerose fabbriche di vasellame e ceramica. Oggi la tradizione rivive e continua con il Museo delle antiche stoviglie di ceramica popolare.

Gastronomia

La cucina marchigiana si veste di sapori antichi, tradizioni del passato immutate nel tempo e oggi ancora riproducibili. Potremmo definire la gastronomia locale come il punto di incontro tra le culture del nord e del sud Italia. Tra i prodotti, citiamo subito il tartufo, bianco o nero che sia, utilizzato per insaporire molti piatti.

Le principali varietà di tartufo sono: il Bianco, considerato il più pregiato; il Nero pregiato; il Bianchetto; gli Scorzoni. Insieme ai funghi, la cui raccolta è molto diffusa nelle montagne della regione, i tartufi sono i protagonisti di un piatto locale che prende il nome di vincisgrassi. Gustosa è l’oliva, soprattutto quella cucinata all’ ascolana che sembra fosse già conosciuta dagli antichi romani e dai Cartaginesi.

La carne domina nella cucina marchigiana, con un’ottima carne di razza bovina simile alla chianina. Non è da sottovalutare l’allevamento suino che permette una grande produzione di salumi. Si conoscono e si apprezzano i prosciutti affumicati della zona di Fabriano, mentre a Montefeltro c’è un particolare prosciutto con il pepe e il vino cotto.

Le Marche hanno anche una cultura gastronomica vicina al mare. Crostacei, pesce azzurro e frutti di mare sono presenti in numerosi piatti della cucina del luogo. Tipico delle Marche è il brodetto che ad Ancona, per esempio, cucinano con tredici qualità di pesce tra cui lo scorfano, le gallinelle, le anguille e le triglie. E per concludere con un ottimo vino, le colline marchigiane rappresentano le zone migliori per la vite e la relativa produzione di un’ottima uva. 24.000 ettari di vigne e un terzo di queste riservate alla produzione di vini DOC. Il prodotto più conosciuto è il Verdicchio dei castelli di Jesi , amato ed esportato anche all’estero.

Altri ottimi vini sono la Vernaccia, spumante dolce, il Falerio dei colli ascolani, bianco secco, il Verdicchio di metallica, passito o spumante e l’esino , vino da pasto per eccellenza che può essere abbinato a qualsiasi tipo di pietanza.