Diceva il poeta e scrittore Fyodor Ivan Tyuchev: “Non potete capire la Russia con la ragione, potete soltanto credere in lei”. La frase sintetizza bene il senso di stupore, meglio di smarrimento, che si prova quando per la prima volta si mette piede in Russia. Vuoi che si arrivi a Mosca con un confortevole volo da Roma o Milano, vuoi che si scelga il mitico treno ‘Sibelius’ da Helsinki a San Pietroburgo, quando si giunge a destinazione e lo sguardo si perde all’infinito cercando la fine delle lunghissime “prospettive”, il capogiro, il brivido che ti corre lungo la schiena per tanta bellezza, è assicurato.
Cosa fare. Imparare l’alfabeto cirillico prima di andare. Non è difficile (per chi ha fatto il liceo classico è praticamente un gioco) e vi aiuterà in ogni situazione, dal momento che le indicazioni in caratteri latini scarseggiano un po’ ovunque. Scoprirete che molte parole vi sono familiari o che sono addirittura mutuate da altre lingue. Classico esempio è il famoso orologio ‘rakieta’, derivazione della parola inglese ‘rocket’ (razzo).
Procurarsi il visto turistico: è obbligatorio e non può essere fatto in loco, ma nelle sedi consolari di Roma o Milano. In genere ci pensa l’agenzia di viaggio. Il costo può variare, ma supera comunque i 100 euro. Portare gli euro come unica valuta. Sono in assoluto i più graditi e godono di un cambio favorevolissimo, di gran lunga superiore a quello del dollaro. Per quanto potrà sembrare strano, il biglietto verde non esercita più alcun fascino. Evitate i traveller’s cheques, difficili da cambiare, e le carte di credito, a forte rischio di clonazione anche se usate in negozi apparentemente al di sopra di ogni sospetto.
Andare in giugno a San Pietroburgo e in inverno a Mosca. Lo spettacolo dell’Ermitage illuminato dal sole di mezzanotte (naturalmente dopo averlo visitato di giorno) è impareggiabile, così come unico è il fascino della capitale nel silenzio ovattato del grande freddo, sopportabile anche a temperature impensabili, vista la quasi totale assenza di umidità.
Provare il ‘borsch’, la zuppa di rape rosse, la bistecca alla Stroganoff, e i gustosissimi spiedini di maiale cucinati nei barbecue ambulanti dai georgiani. Non fatevi poi mancare un buon bicchiere di ‘kvas’, la birra ricavata dalla fermentazione del pane di segale raffermo: poco alcolica (1 grado, 2 al massimo), sempre fresca perché contenuta in piccole cisterne dotate di intercapedine come i thermos, e soprattutto a buon mercato.
Procurarsi una dettagliata mappa della metropolitana sia a Mosca sia a San Pietroburgo. I nomi delle stazioni raramente sono leggibili sulle pareti dei tunnel e l’unico modo per sapere dove realmente ci si trova è, oltre ad ascoltare le indicazioni dagli altoparlanti (date rigorosamente in russo), tenere il conto delle fermate. Prendere i taxi collettivi, oggi privatizzati. Raggiungono anche i più remoti sobborghi della città (le distanze nelle due metropoli sono a volte di decine di chilometri) e costano un massimo di 20 rubli a persona (poco più di mezzo euro).
Cosa non fare. Lavarsi i denti con l’acqua del rubinetto. I controlli sulla potabilità e sulle condutture idriche sono stati eliminati per motivi di bilancio. Procuratevi una bottiglia e riempitela con acqua trattata con amuchina. Bevete poi solo acqua minerale in bottiglie sigillate. Arrabbiarsi o spaventarsi se, all’arrivo in albergo, la vostra camera risulterà non prenotata, è la prassi: tutti sono istruiti per farvi cadere la soluzione dall’alto dandovi una stanza che ‘miracolosamente’ salta fuori ma a un prezzo molto più alto di quello concordato dall’Italia.
Rimedio: procuratevi preventivamente una scheda telefonica, telefonate alla vostra agenzia di viaggio e mettete in contatto gli operatori italiani con i loro corrispondenti russi. Tutto andrà a posto: della serie ‘ci provano sempre’. Sentirsi sicuri se state percorrendo a piedi una strada del centro, è proprio qui che avrete la maggiore probabilità di essere assaltati da bande di zingari conniventi con le squadre di poliziotti che pattugliano le vie.
Scandalizzarsi se a organizzare i bagarini dei biglietti di ingresso ai musei più importanti (che misteriosamente vanno subito esauriti) sono gli stessi direttori. Istruiscono gli addetti alle casse a proporre biglietti a cifre astronomiche, in genere 1000 rubli contro i normali 100 o 200. Alla chiusura passano a ritirare la tangente: la corruzione è il male endemico della nuova società russa. Comprare caviale da chi ve lo offre a prezzi stracciati, soprattutto se “beluga”, il tipo più costoso. Sono comuni uova di lompo o di aringa abilmente camuffate.