Lo scorso 1 ottobre è scattato lo shutdown negli Stati Uniti. Il mancato accordo sul bilancio ha determinato una paralisi dell’amministrazione pubblica, con la chiusura dello Stato Federale. Questo non ha certo risparmiato il settore turistico, con parchi nazionali, zoo, musei e monumenti chiusi per una drastica riduzione del personale.
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Tutto ciò non fa altro che creare problemi ai turisti che si trovano a dover rinunciare a visitare molte delle attrazioni del Paese; i numeri parlano di 400 parchi nazionali sbarrati, fra cui Grand Canyon, Yellowstone e Yosemite, sospese anche le visite alla Casa Bianca e chiusa anche la Statua della Libertà. A Washington sono chiusi i memoriali dedicati a personaggi come Lincoln, Franklin Delano Roosevelt e Martin Luther King, ma persino le fontane ornamentali sono state spente.
Numerosi disservizi si stanno verificando in tutti gli Stati Uniti, dove anche negli aeroporti la situazione è critica. Questi per ovvi motivi non possono chiudere, ma la riduzione del personale di servizio è forzata, con conseguente aumento dei tempi di attesa ai varchi dell’immigrazione e preoccupazioni sul fronte della sicurezza. Per tutti i viaggiatori italiani che negli USA non hanno potuto visitare quelle attrazioni chiuse a causa dello shutdown, c’è la possibilità di chiedere un rimborso totale dei servizi inutilizzati ma pagati, questo è quanto ha spiegato nei giorni scorsi Sandro Saccoccio, presidente dell’associazione Visit Usa Italy.